Il Lambrusco è il vino frizzante più consumato al mondo, ricco di gusto e perfetto per accompagnare ricchi pranzi o come elegante aperitivo
Quella del Lambrusco è la famiglia di vini più diffusa nella campagna emiliana, uno dei vini più antichi, la cui origine storica della lavorazione la si può trovare in reperti egizi e romani. Possiamo trovare sue testimonianze non solo nei reperti, ma anche nelle opere latina: da Virgilio, nella sua quinta bucolica dove cita la vitis lombrusca, passando per il De agri cultura di Catone.
L’ipotesi più conosciuta per quanto riguarda il suo nome li ritroviamo nei termini latini labrum (orlo, margine) e ruscum (pianta spontanea), i romani dunque usavano il termine lambrusca per indicare il crescere spontaneo di questa vite. Un’altra etimologia deriva dalle diverse interpretazioni sempre della parola labrum, è la parola più vicina a “labrusca” che non significa solo “labbro” ma anche “vasca/tino”, ad indicare dove l’uva veniva lavorata, oppure l’aggettivo “brusco” dal sapore aspro non spiacevole, che deriva dal latino “bruscus”.
Fin dall’antichità, la produzione del lambrusco è sempre stato importante, al 1850 risale un documento della sua esportazione in Francia. Modena è indicata come uno dei centri di produzione più noti, nel 900’ i braccianti lo consideravano importante quanto il pane. Negli anni il vino ha conquistato sempre più fette di mercato, i tutte le sue forme, acquisendo, nel 1970 la Denominazione d’Origine Protetta (DOP) ad alcune delle sue produzioni, il lambrusco di Sorbara, di Salamino e dal 2009 quello di Modena.
Negli anni il suo apprezzamento è rimasto immutato agli occhi del pubblico. Perfetto per i grandi pranzi, è un ottimo compagno di mangiate, nonché anche perfetto per aperitivi eleganti, un elemento perfetto per la tavola di qualunque tipo. Non è un caso dunque che al Vinitaly 2016, emerse, dai dati 2015 essere stato il vino più venduto in Italia.