Dal 18 Dicembre 2025 al 4 gennaio 2026 nella sala A2A del Teatro Franco Parenti in scena Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro, spettacolo firmato dal talentuoso autore e regista emiliano Emanuele Aldrovandi
Una commedia grottesca che – tra delirio e tenerezza – mette a nudo la paura del fallimento e il desiderio di evitarlo a chi amiamo. Un ritratto agrodolce della nostra incapacità di accettare la frustrazione come parte inevitabile del vivere.
Dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che racconta in chiave tragicomica quello che abbiamo vissuto durante gli anni di pandemia, Aldrovandi pone stavolta l’attenzione sulle conseguenze più intime e personali di quelle dinamiche sociali che ci spingono sempre di più verso la ricerca del consenso e dell’approvazione immediata. La riflessione su cosa sia la qualità artistica nell’epoca della post-verità diventa quindi l’occasione per chiedersi, insieme ai personaggi, fino a dove siamo disposti a spingerci, pur di evitare che le persone che amiamo debbano gestire fallimenti e frustrazioni che talvolta sembrano insormontabili.
Al centro della storia, una madre e il suo piano bislacco per aiutare la figlia, di soli sei anni, a diventare un’artista di successo.
Un ritratto agrodolce della nostra incapacità di accettare la frustrazione come parte inevitabile del vivere.
Note di regia
La scrittura è estremamente concreta e realistica, ma l’allestimento è onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre.
La storia di una madre, Marta, della sua ossessione per la realizzazione della figlia Emma e del suo piano bislacco che coinvolge con l’inganno Chiara, una famosa attrice, e Carlo, cognato appassionato di scacchi, rivive attraverso lo sguardo di Ferdinando, talvolta distaccato, talvolta pieno di sensi di colpa: cosa avrebbe potuto fare di diverso? È possibile cambiare il corso degli eventi e incidere veramente sulla realtà e sul mondo?
Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale, la chiave registica con cui ho deciso di metterlo in scena pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare.
– Emanuele Aldrovandi
Biografia
Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) è autore e regista per il teatro e per il cinema. Laureato in Filosofia e diplomato all’Accademia Paolo Grassi di Milano, dal 2010 a oggi i suoi testi teatrali oltre ad aver vinto numerosi premi (fra cui Tondelli, Hystrio e Pirandello) sono stati messi in scena nei principali teatri italiani e sono stati tradotti, pubblicati e rappresentati in oltre 10 lingue. Ha lavorato fra gli altri con Serena Sinigaglia (Isabel Green, La Peste di Camus, Le nostre anime di notte), Silvio Peroni (Il Mago di Oz, Molto rumore per nulla, La pace non è mai stata un’opzione), il Teatro dell’Elfo (Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Tamburi nella notte, Robert e Patti, Il seme della violenza) e la compagnia MaMiMò (Homicide House, Nessuna pietà per l’arbitro, La donna più grassa del mondo). Nel 2020 ha fondato l’Associazione Teatrale Autori Vivi, con la quale sta portando in scena alcuni dei suoi testi, curandone la regia e seguendone sia gli aspetti produttivi che la distribuzione: Farfalle (2021), L’estinzione della razza umana (2022), Dieci modi per morire felici (2023). Per il cinema ha scritto e diretto tre cortometraggi che sono stati presentati in numerosi festival nazionali e internazionali, ricevendo svariati riconoscimenti, fra cui il Nastro d’argento nel 2021 per Bataclan. Nel 2024 è uscito il suo primo romanzo, Il nostro grande niente, pubblicato da Einaudi Stile Libero. Insegna all’Accademia Paolo Grassi di Milano e alla Scuola Holden di Torino.

