Ospiti della puntata Daniela Lourdes Falanga presidente Antinoo Arcigay Napoli, Antonello Sannino portavoce del Vesuvio Pride, la senatrice Monica Cirinnà, il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno e Carmela Smaldone dell’associazione genitori di omosessuali
C’è ancora molto da fare in Italia per la piena affermazione dei diritti delle persone Lgbt. Serve una legge che tuteli dalla violenza, la formazione per magistrati e forze dell’ordine e soprattutto dei presidi di prossimità per favorire un vero e proprio cambiamento culturale anche nelle aree periferiche del Paese. È quanto emerso dalla 15esima puntata di Sonair – La voce del Sociale, la trasmissione di Volwer ideata da Raffaele Perrotta, che la conduce con Marco Pirollo, con la regia di Giuseppe Perrotta.
Se ne è parlato, in collegamento, con la senatrice Monica Cirinnà, con il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, e con Carmela Smaldone, presidente di Agedo, l’associazione dei genitori di omosessuali. Presenti in studio, invece, c’erano Daniela Falanga presidente Antinoo Arcigay Napoli e Antonello Sannino, portavoce di Vesuvio Pride. La senatrice Cirinnà si è soffermata soprattutto sulla necessità di formare i rappresentanti delle istituzioni nella trattazione di tematiche legate ai diritti delle persone Lgbt e sull’istituzione di una rete di prossimità che possa favorire un cambiamento culturale. Inoltre ha illustrato i risultati della legge, che porta il suo nome, sulle unioni civili, approvata nel 2016 e che ha permesso a persone dello stesso sesso di unirsi civilmente.
Antonello Sannino e Daniela Falanga hanno portato la loro testimonianza su episodi di discriminazione vissuti in prima persona sia all’interno della famiglia, per strada o sui social. Lo stesso tema è stato affrontato dal sindaco Zinno, il quale ha ricordato il progetto Pride Center nel suo Comune, che rappresenta il primo centro antiviolenza Lgbt nell’area vesuviana. La testimonianza di Carmela Smaldone si è incentrata infine sulle esperienze di genitori con figli Lgbt: il primo passo per l’affermazione dei diritti parte infatti proprio dall’accettazione della consapevolezza del proprio orientamento sessuale all’interno del nucleo familiare.