Una storia seriale per il palcoscenico, quattro episodi indipendenti ma intrecciati, distribuiti lungo la stagione come un grande romanzo scenico da attraversare insieme, passo dopo passo
Con Life Is Life, il Teatro Parioli Costanzo prosegue ufficialmente la sua stagione teatrale 2025–26 con la direzione artistica firmata da Massimiliano Bruno, confermando la vocazione del Parioli come luogo di incontro tra tradizione e innovazione, teatro popolare e scrittura contemporanea. Dopo il grande successo del primo episodio, la stagione prosegue dal 4 al 14 dicembre con il debutto del secondo capitolo di questo progetto inedito e ambizioso: una serie a teatro in quattro episodi, scritta da Bruno insieme a Sara Baccarini, Emilia Bruno, Filippo Gentile e Daniele Locci, e prodotta dal Nuovo Teatro Parioli.
Un format che rinnova e approfondisce il legame tra la serialità e la scena dal vivo: quattro episodi autonomi ma collegati, distribuiti da novembre a marzo, con giovani interpreti, diversa in ogni capitolo.
Una struttura narrativa che porta nel teatro lo spirito dell’attesa e della continuità tipico delle grandi storie seriali, ma restituito alla dimensione unica dell’incontro in sala. È un modo diverso di abitare il teatro — non più come un evento unico e irripetibile, ma come un appuntamento da seguire nel tempo, episodio dopo episodio, come si segue una grande storia condivisa. In questo senso, Life Is Life non è semplicemente la prosecuzione dello spettacolo inaugurale: è il manifesto della nuova visione artistica di Bruno, che intende trasformare il Parioli in una casa accogliente, viva, aperta alle giovani generazioni e alle nuove scritture.
Il progetto: un racconto seriale per il palcoscenico
Con Life Is Life, Bruno immagina un teatro che dialoga con la città e con il suo pubblico in modo nuovo: la forma episodica diventa uno strumento per costruire continuità emotiva, per stimolare la memoria e la curiosità dello spettatore. Ogni episodio ha un proprio tono e un proprio sguardo – ora comico, ora surreale, ora malinconico – ma tutti concorrono a formare un unico universo narrativo, in cui i personaggi cambiano, crescono e si rivelano nel tempo.
Al centro della storia c’è Ofelia, un’aliena precipitata sulla Terra che, nel tentativo di comprendere la nostra specie, si iscrive a un’accademia di recitazione. Attraverso il teatro – luogo in cui si finge per essere sinceri – scopre le contraddizioni, le fragilità e la tenerezza dell’essere umano. Dietro la leggerezza della commedia, Life Is Life affronta temi universali: la solitudine, il desiderio di essere compresi, la ricerca di senso, il ruolo della donna, la fede e il bisogno di appartenenza.
Bruno gioca con l’idea della serialità per rovesciare la consuetudine teatrale: non uno spettacolo da consumare, ma un percorso da seguire, che cresce insieme a chi lo guarda. La stagione 2025–26 del Parioli inizia così, con un esperimento coraggioso e affettuoso: un teatro che invita a tornare, ricordare, aspettare il prossimo episodio.
Dichiarazioni di Massimiliano Bruno
Ideatore e regista di “Life Is Life”, direttore artistico del Teatro Parioli Costanzo
«Life Is Life è un tentativo di portare a teatro la forma della sitcom, un genere che solitamente non appartiene al linguaggio teatrale perché siamo abituati a vederlo in televisione da oltre cinquant’anni, declinato dagli italiani, dagli americani e un po’ in tutto il mondo. In questo caso, invece, si tratta di un esperimento di contaminazione tra teatro e televisione: uno spettacolo che conserva la familiarità e il ritmo di una serie TV — quella sensazione di potersi accomodare sul divano e godersi qualcosa di piacevole — ma che, al tempo stesso, invita il pubblico a vivere quell’esperienza dal vivo, a teatro.»
«Per farlo mi sono avvalso di un’équipe di autori e registi, tutti molto giovani, che mi hanno dato una linfa vitale per poter tirare fuori anche tematiche molto contemporanee, molto vicine a quello che sta succedendo nel mondo adesso.»
«L’idea è nata alcuni anni fa: inizialmente era un progetto pensato per la televisione — e chissà, forse un giorno lo realizzerò anche lì — ma che quest’estate abbiamo deciso di sviluppare per il teatro, insieme a Baccarini, Locci, Emilia Bruno, Filippo Gentile e Maurizio Lops”.
«La messa in scena è volutamente al servizio dello spettatore: vogliamo innanzitutto divertire e conquistare il pubblico con la bellezza dei personaggi, con la loro profondità e, perché no, con un po’ di politicamente scorretto, per dire come la pensiamo sul mondo.»
«Anche se la protagonista è un’extraterrestre, Lifesy Life non è un racconto di fantascienza, ma una commedia pura. Una commedia interpretata da attrici e attori giovanissimi, già in piena ascesa professionale: volti che lavorano da tempo, ma con l’energia e l’età giusta per raccontare questa storia ambientata tra la Roma Sud di un palazzo che affaccia sulla Conad e un’accademia di recitazione, dove i protagonisti cercano di farsi strada e conquistare il proprio spazio nel mondo dello spettacolo.»
Cosa è successo nella prima puntata?
Roma, 2025, settembre. Una navicella spaziale cade sulla Terra. Nuda e disorientata, un’aliena si guarda intorno e cammina senza meta, incantata dalla luce e dal rumore. La trovano tre coinquilini poco più che trentenni, ai margini della società: un complottista paranoico, una ragazza enigmatica che sembra sapere più di quanto dice e un aspirante attore troppo concentrato su sé stesso per accorgersi che qualcosa di straordinario sta accadendo proprio sotto ai suoi occhi. La portano a casa, la chiamano Ofelia. Non sanno che, da quel momento, per loro cambierà tutto. Da Urano a Roma Sud, dal silenzio siderale alla confusione dell’umanità, la nostra protagonista si vedrà costretta ad ambientarsi su questo strambo e affollato pianeta, e quale contesto migliore, se non un’accademia di recitazione? Il teatro, quel luogo in cui ognuno può essere sé stesso fingendo di essere altro, le permetterà di comprendere a pieno le contraddizioni di questa nostra bizzarra specie. Attraverso le prove, le rivalità, gli sfoghi e i sogni dei giovani artisti che incontrerà, Ofelia capirà che niente è più assurdo, violento, tenero, carnale e poetico dell’essere umano. In una società dove ognuno urla ma nessuno ascolta, una ragazza venuta da un altro pianeta ci obbliga a guardarci allo specchio. E ci fa una domanda semplice: che razza di pianeta è questo?

