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Mixed by Erry: il film che racconta la storia del principe della pirateria musicale

Mixed_by_Erry

Il film che narra la vera storia dei Re delle cassette musicali pirata, raccontata dal regista campano Sydney Sibilia

“Un Dj, può venire anche da Forcella”. Questa è una delle battute più celebri del film “Mixed By Erry”, l’ultimo film del regista Sydney Sibilia, che racconta la storia vera dei fratelli Frattasio, che negli anni 80’, periodo in cui andavano di moda i walkman e le cassette musicali. Erry, alias Enrico Frattasio, insieme ai suoi fratelli, mette su un vero e proprio business basato sulle cassette pirata, che prima realizzava per i suoi amici, poi da lì si è espanso, costruendo un vero impero, persino da poter competere con le principali major musicali.

L’Erry del film è un ragazzo che vive a Forcella, in una famiglia modesta, lavora in un negozio del quartiere e ha il sogno di diventare un DJ. Nel tempo libero crea delle cassette musicali con delle compilation personalizzate per gli amici, simile a come avviene oggi con app musicali come Spotify con le playlist personalizzate in base al genere musicale. Questo fantomatico business si amplia sempre di più, tanto da diventare la prima etichetta discografica d’Italia e raggiungere persino l’Ariston per il festival di Sanremo, con la compilation delle canzoni già in vendita. Ciò però ha attirato su di sé, l’attenzione della finanza, della malavita e anche delle major.

Il cast del film comprende principalmente attori di origine napoletana: Ad interpretare Erry Frattasio è il giovane Luigi D’Oriano, già comparso nel piccolo schermo sulla Rai. Ad interpretare gli altri due fratelli, ci sono Giuseppe Arena, che interpreta Peppe Frattasio ed Emanuele Palumbo che interpreta Angelo Frattasio. Vi ritroviamo anche attori già noti al piccolo e grande schermo, come Francesco Di Leva, nel ruolo del commissario Fortunato Ricciardi, Adriano Pantaleo, nel ruolo del padre dei tre ragazzi, Pasquale Frattasio e Fabbrizio Giffuni nel ruolo del produttore Arturo Maria Brambani.

L’ambientazione tra gli anni 80’ e 90’ indubbiamente non solo spicca molto agli occhi dello spettatore, ma revoca quei ricordi nostalgici a chi ha vissuto non solo quegli anni, ma che è anche cresciuta con le sue cassette musicali, diventate un vero e proprio fenomeno di culto, anche grazie a una particolare chicca di vendita:” T’accattat a cassett d’e Duran Duran? E io te mett’ ‘e Spandau Ballet”, spingendo così l’acquirente a comprare altre cassette dedicate all’altro artista, anche per gusti musicali e canzoni, che potevano piacere, quasi come un moderno algoritmo.

Il regista, già celebre per la trilogia di “Smetto Quando voglio” e il film “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” ritorna dietro la cinepresa per confezionare un prodotto fresco, innovativo per il suo genere, una sceneggiatura capace di unire la comicità delle commedie, con tanto di riferimenti a quella tanto sofisticata comicità che apparteneva a Massimo Troisi, che viene anche omaggiato nel film, alle tematiche dei film gangster che parlano di criminalità. Si devono menzionare la fotografia, dai colori accessi che emergono rispetto al grigiore del quartiere, le performance teatrali degli attori, come se il film fosse una grande commedia a teatro, e non può mancare la colonna sonora, piena di musica anni 80’ e con un inedito del cantante Liberato “O’ DJ (don’t give up)”.

Il film vuole raccontare, in maniere genuina, senza giudicare l’illecito commesso o prestarsi a paternalismi, la storia vera di una famiglia che voleva solo sistemarsi, senza giudicare, e vivere in una Napoli in cui straripava la criminalità, e di un ragazzo, che in maniera genuina, quasi innocente, voleva semplicemente fare il Dj.