Dopo una prima stagione che ha segnato il ritorno del Nuovo Teatro Ateneo con una proposta sperimentale, la stagione 2025/2026 si apre con rinnovata forza e identità
Questa è infatti la seconda stagione del Nuovo Teatro Ateneo, la prima sotto la direzione tecnico-artistica di Velia Papa, nome di prestigio e riconosciuto riferimento nel panorama teatrale contemporaneo italiano e internazionale. La sua visione esigente e appassionata, accompagnata dalla pratica quotidiana di didattica e di ricerca dei e delle docenti della Sapienza, conferisce a questa stagione una prospettiva di alto profilo culturale, in linea con la vocazione istituzionale del più grande Ateneo d’Europa.
Il teatro, fin dai suoi albori nell’antica Grecia, è stato luogo di confronto e tensione civile, spazio dove il conflitto sociale e individuale si fa dramma e si svela sotto la luce di una verità che travalica il presente. La stagione del Nuovo Teatro Ateneo si inscrive profondamente in questa tradizione, riprendendo quella “politica” che è l’essere stesso del teatro come pratica di interrogazione, di disvelamento, di dialogo scomodo con il reale.
Quello che si apre sul palcoscenico del Nuovo Teatro Ateneo non è solo un calendario di spettacoli, ma un’arena di idee e di corpi, una geografia complessa dai molteplici significati: dalle rivendicazioni delle identità marginalizzate, alle ferite non cicatrizzate della storia, fino alle inquietudini più intime che ci parlano di giustizia, memoria, responsabilità.
Attraverso il prisma della drammaturgia contemporanea e di linguaggi performativi innovativi, la stagione dialoga con la lezione di Euripide e di Sofocle, con quella forza tragica che smuove le coscienze e squarcia il velo dell’ipocrisia sociale. Il teatro qui diventa “pólis”, spazio di partecipazione attiva, luogo dove le contraddizioni del mondo si fanno corpo, voce, gesto.
In questa cornice si inserisce la compagine internazionale che il Nuovo Teatro Ateneo accoglie con un rigore etico e artistico che si manifesta nel respiro delle storie portate in scena. Dall’Asia all’Europa, dall’America Latina al Nord Africa, ciascuna proposta è un frammento di un discorso più ampio, un’esplorazione delle nostre radici e delle nostre ferite. Così l’opera del collettivo cileno si intreccia con quella della compagnia belga, la danza svizzera trova affinità con la narrazione italiana, e insieme compongono un mosaico di tensioni e speranze.
La riflessione sulla violenza e la memoria, sul rapporto tra individuo e collettività, sulla fragile umanità in tempi di crisi, attraversa la scena come un filo rosso. Non si tratta mai di uno sguardo distante, ma di un’immersione, di un confronto che scuote e stimola, che invita lo spettatore a porsi domande, a farsi testimone.
Ecco allora che gli incontri degli studenti con gli artisti sono parte integrante del progetto culturale del Nuovo Teatro Ateneo, intessuto di didattica e di ricerca. I laboratori, accanto agli spettacoli, assumono il valore di pratica condivisa, di processo di formazione collettiva, un invito a mettere in discussione le proprie certezze e a sperimentare nuovi modi di relazione con l’altro, con il diverso e il molteplice.
Leggere questa stagione come un semplice elenco di titoli sarebbe tradirne la natura più profonda: essa è un percorso che attraversa paesaggi culturali complessi, che si nutre di una consapevolezza storica e civile, che restituisce al teatro la sua funzione originaria di specchio critico e motore di trasformazione sociale.
Il Nuovo Teatro Ateneo si conferma così un presidio di intelligenza e innovazione culturale, un luogo in cui la parola, l’immagine, il corpo si fanno strumenti di un discorso che non si esaurisce nella rappresentazione, ma si apre all’incontro, alla discussione, all’azione. Qui il pubblico non è spettatore passivo, ma parte attiva di un rituale collettivo che rinnova da millenni il senso stesso del teatro.
Questa stagione attraversa mondi, tempi e linguaggi, intrecciando memoria, mito e attualità. Dall’omaggio inaugurale a Bob Wilson, il cartellone si dispiega come un mosaico di voci internazionali e nazionali: la forza arcaica e grottesca di TITANS di Euripides Laskaridis, la ricerca tra letteratura e dittatura del Colectivo Pierre Menard, l’esperienza partecipativa di Ontroerend Goed e Nathan Ellis, fino alla tessitura transculturale di Sunny Kim. Il corpo diventa linguaggio universale con le coreografie di Thomas Hauert, Emio Greco | Pieter C. Scholten, Samaa Wakim e Marco Berrettini, mentre la memoria storica si fa teatro vivo con la Compagnia Hékau, Marco Baliani, Rieckhof / Silva, Anacarsis Ramos e Mudar Alhaggi. L’incontro con le tradizioni più antiche e potenti trova spazio nel Nāṅgīār Kūthu di Kapila Venu e quello con le istituzioni “totali” del nostro tempo nella testimonianza della Compagnia della Fortezza. Una stagione, dunque, che offre al pubblico un percorso unico attraverso il teatro contemporaneo nella sua bellezza più vitale.
Dichiarazioni della Rettrice Antonella Polimeni
“Anche quest’anno il Nuovo Teatro Ateneo apre il sipario – afferma la Rettrice Antonella Polimeni – ampliando il suo cartellone con spettacoli di prosa e danza che vedono il coinvolgimento di giovani talenti nazionali e internazionali che affrontano temi contemporanei, sperimentando nuovi linguaggi e nuove forme artistiche. Il nostro teatro – continua la Rettrice – si conferma ancora una volta uno spazio aperto e vivo, un luogo di incontro tra università e città, dove confrontarsi con il presente, partecipare alla vita culturale e vivere esperienze artistiche uniche che rendono il Nuovo Teatro Ateneo un vero laboratorio di dialogo tra il sapere e la società.”
Dichiarazioni del Direttore del Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo Marco Benvenuti
“Dopo una prima stagione sperimentale che ha segnato il ritorno del Nuovo Teatro Ateneo sulla scena romana, proponiamo quest’anno un cartellone ricco di artisti internazionali. Contiamo, in questo modo, di proseguire ed anzi innovare la tradizione teatrale della Sapienza, la cui vocazione è di coniugare didattica, ricerca e sperimentazione e, in tal modo, di presentare agli studenti e, più in generale, al pubblico cittadino uno sguardo originale e culturalmente qualificato sui problemi talvolta drammatici del nostro tempo.”
Dichiarazioni della Direttrice tecnico-artistica del Nuovo Teatro Ateneo Velia Papa
“Assumere la direzione artistica del Nuovo Teatro Ateneo costituisce una grande opportunità, ma anche una grande sfida. Il Teatro ha ospitato, nel suo recente passato, artisti italiani e stranieri di grande valore che hanno scritto la storia del teatro contemporaneo; ho cercato, quindi, di riprendere le fila di quelle stagioni per ristabilire prioritariamente il ruolo internazionale del Nuovo Teatro Ateneo. Il programma, infatti, vuole offrire un’ampia panoramica delle forme e delle fonti di ispirazione del teatro contemporaneo. La complessità della realtà sociale, culturale e politica che stiamo vivendo guarda al teatro come ad una forma di espressione artistica che consente un dialogo comunitario e una preziosa modalità, oggi sempre più rara, di incontro creativo tra le persone. Ecco che emergono nuove forme di teatro partecipativo che inducono gli spettatori/autori ad esperienze di cittadinanza attiva e creativa.
Le proposte della compagnia belga Ontroerend Goed con Handle with Care e della britannica Subject Object con Work.txt sono costruite proprio per offrire al pubblico nuovi strumenti di espressione collettiva. Così come Uproar, ideato e condotto dalle artiste peruviane Moyra Silva e Carolina Rieckhof, le quali invitano a riscoprire la forza dirompente e liberatoria delle forme di protesta che attingono alle arti e alle tradizioni popolari. Il teatro esce dunque dai suoi confini e si espande per invadere altri ambienti artistici, come in TITANS, il lavoro multidisciplinare dell’artista greco Euripides Laskaridis. Nuove storie che attingono all’attualità si impongono alla nostra attenzione per richiamare il ruolo sociale del teatro, come nel lavoro di Marco Baliani, fondatore del teatro di narrazione italiano che presenta al Nuovo Teatro Ateneo il suo acclamato Kohlhaas. Il programma presenta, inoltre, forme originali di teatro documentario come La lunga ombra di Alois Brunner del drammaturgo siriano Mudar Alhaggi, che racconta l’ascesa e la successiva sparizione di uno dei più feroci criminali nazisti, e come Aprendan del fuego del Collettivo cileno Pierre Menard, che attinge ai testi di Roberto Bolaño per condurci alla genesi della dittatura cilena.
Il dramma palestinese, che sembra non avere fine, ispira Losing It, il lavoro della danzatrice/coreografa Samaa Wakim. Mentre i temi della precarietà del lavoro e della lotta per la sopravvivenza emergono nella storia autobiografica dell’artista messicano Anacarsis Ramos, in palcoscenico insieme alla madre, vera protagonista dello spettacolo Mi madre y el dinero. La lotta per l’indipendenza algerina è raccontata, con le tecniche del teatro di figura, nel lavoro della compagnia franco-algerina Min el Djazaïr, mentre la danza anima le coreografie ironiche e giocose degli svizzeri Thomas Hauert e Marco Berrettini. La rinascita culturale delle First Nations australiane, evocata attraverso le raki – le linee di canto delle comunità aborigene – prende forma nella performance musicale dell’artista coreana Sunny Kim, accompagnata dall’ensemble MuSa Jazz. Il programma delinea un viaggio attraverso le storie, i popoli e i continenti per celebrare la pratica dell’invenzione artistica e la capacità umana di tessere e drammatizzare racconti capaci di reinventare un futuro rispettoso dei diritti, dell’ambiente e di tutte le specie che abitano il pianeta.”
Alcuni titoli in programma
TITANS – Euripides Laskaridis / Compagnia Osmosis (23 ottobre 2025)
Aprendan del fuego – Colectivo Pierre Menard (11 novembre 2025)
Handle with Care – Ontroerend Goed (18 e 19 novembre 2025)
Raki: Weaving Transcultural Songlines – Sunny Kim (27 novembre 2025)
Work.txt – Nathan Ellis (18 dicembre 2025)
Troglodyte_Zaungast/Zaunkönig – Thomas Hauert (19 e 20 febbraio 2026)
We, the Shameless – Emio Greco | Pieter C. Scholten (25 febbraio 2026)
Losing It – Samaa Wakim (12 marzo 2026)
Min el Djazaïr – Compagnia Hékau (17 marzo 2026)
Kohlhaas – Marco Baliani (24 marzo 2026)
Jiddu – Marco Berrettini (27 marzo 2026)
Uproar – Carolina Rieckhof / Moyra Silva (31 marzo 2026)
Mi madre y el dinero – Anacarsis Ramos (12 aprile 2026)
Parvati Viraham – Kapila Venu (7 maggio 2026)
Il figlio della tempesta – Compagnia della Fortezza (13 maggio 2026)
L’ombra lunga di Alois Brunner – Mudar Alhaggi (17 maggio 2026)

